IL BATTISTERO DELLA 

CATTEDRALE DI TRIESTE 

FASE TARDO-ANTICA 

fonte originario, 

battistero con perimetro attuale, posizione del sacello ignota 

FASE CAROLINGIA

fonte più arretrato, se compatibile con l’abside rinvenuta;

sacello ipotetico, in base ai capitelli 

IL FONTE ESAGONALE 

  La conferma di tale situazione, già definitiva nel XII secolo prima della fusione gotica, proviene dall’affresco del Martirio di San Giusto, eseguito nel XIV secolo avanzato, dove la città di Trieste recata dal santo presenta la cattedrale praticamente nella sua forma attuale, in particolare con una finestra circolare a destra del rosone e una centinata a sinistra. Se l’ampliamento, con conseguente avanzamento del sacello, fosse trecentesco, si sarebbe provveduto a rendere simile la sua facciata con quella della chiesa madre: con finestra centinata dunque e non circolare. Non è infine affatto da escludere che la chiesa raffigurata nella scena di esequie del santo corrisponda alla versione carolingia del sacello, con la quale concorderebbero le quattro finestre laterali, che sarebbero corrispondenti esattamente ai tre intercolumni, più una quarta campata per il presbiterio. L’ostacolo di impervia rimozione risiede tuttavia nella forte improbabilità che il Maestro di San Giusto conoscesse l’aspetto del sacello carolingio.

Della pergula di Giovanni iunior (806-810) v’è da notare il capitello composito, molto simile a un tipo precedente ritrovabile nell’abbazia di Sesto al Reghena (762), ma anche. ai primi tre capitelli del secondo colonnato destro nella cattedrale tergestina.




















   In tal modo la facies carolingia dell’impianto basilicale triestino vede entro la prima metà del IX sec. un sacello di pianta longitudinale trinavato, con tre archi per parte, sul fianco destro della basilica principale, dedicata all'Assunta. Se tale fosse la configurazione effettiva, il complesso si allineerebbe alla tradizione di aule cultuali bipolari, di cui storicamente è documentato un buon numero di casi simili, soprattutto in Dalmazia. Della categoria con aule contigue si sono visti esempi a Salona, a Osor, a Gradac e a Srima.






   Entro il secondo quarto dell'XI secolo  sull'area della chiesa paleocristiana si erige una nuova basilica, ridotta di superficie, che dunque si stacca dal sacello a destra. Oltre agli elementi figurativi dei mosaici, la cronologia della cattedrale medioevale è determinata in modo più preciso dal corredo di capitelli compositi, linguisticamente collegabili con quelli della basilica popponiana di Aquileia. 






 L'ultima fase della coppia di aule liturgiche, consiste nell'ampliamento del sacello, che accoglie tra l'altro una cupola di concezione assai prossima a quella del battistero diConcordia Sagittaria dell'inizio del XII secolo. Anche in quest'occasione concorrono alla datazione i capitelli cubici che sostituiscono quelli a palmetta a eccezione dei tre altomedioevali della fila destra. Di questo medesimo tipo sono documentati nel corso del XII secolo alcuni corredi a Venezia, ma anche a Trieste, nella basilica S. Silvestro e nell'aula inferiore di S. Michele al Carnale, a qualche metro di distanza dalla cattedrale; si è quindi portati a ritenere il nuovo sacello costruito entro il XII secolo.

Sesto al Reghena (762)

Grado (806-810)

Si osserva che i sostegni del colonnato s’iniziano dopo un tratto di muro, che corrisponde con ogni probabilità al termine occidentale della chiesa in età carolingia.

S. Giusto (IX sec.)

capitelli di IX sec. 

capitelli di XI sec. 

capitelli di XII sec. 

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