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Botaniate
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Paris
DG87535a
comneno
deesis
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Cividale

Il parallelo tra l'angelo del bema in S. Sofia (prima metà dell'VIII o ultimo quarto del IX sec.) a Costantinopoli e l'omologo di S. Maria in Valle a Cividale (metà dell'VIII sec.) istituisce il collegamento tramite il quale si concretizza in Occidente la rinascenza, prima liutprandea, poi carolingia. Ma nella cultura bizantina tale mirabile mosaico, assieme all'altro di pari livello con Madonna e Bambino, nel catino absidale sempre di S. Sofia, a prescindere dalla loro esecuzione pre- o post-iconoclastica, non hanno un contesto in patria. Sul fronte della Capitale, polo di una stagione cardinale, conosciuta come Rinascenza medio-bizantina, prevale ancora una volta l'immersione del soggetto entro decori preziosi, tanto che è la dimensione astratta a divenire sostanza decorativa. Contestualmente ha luogo la perdita graduale di presenza, fin dal mosaico della galleria meridionale di S. Sofia, rappresentante l'imperatore Costantino IX Monomaco e la consorte Zoe (1028-1034); per culminare un secolo dopo nello stesso settore, col pannello musivo dell'imperatore Giovanni II Comneno e l'imperatrice Irene (1118), ove i soggetti sono ridotti come figure senza espressione alcuna, tanto preminente è il simbolismo sfarzoso degli ori e dei gioielli di cui sono circondati.

Anche la miniatura, esordita colle massime aspirazioni neo-ellenistiche nel Salterio di Parigi (880-886), pur con qualche incongruenza nella descrizione anatomica, attraversa un periodo di transizione, grossomodo rappresentato tra il 1078 e il 1081 dalle Omelie di Giovanni Crisostomo. In tale fase permane una certa gentilezza negli atteggiamenti, anche se i volti tendono a tipizzarsi nel contesto di ieraticità in cui è calato l'imperatore Niceforo III Botaniate, mentre gli abiti fasciano semplicemente i portamenti cerimoniosi senza movimento o increspatura. Al punto terminale s'incontrano raffigurazioni come quella con Manuele I Comneno e la moglie Maria d'Antiochia, databile al 1125 circa, ovvero nello stesso torno di tempo del pannello comneno sopra menzionato, i cui soggetti sono ridotti a livello di cifra simbolica.

Nella pittura monumentale delle province, la Rinascenza medio-bizantina spesso si esprime imitando le tecniche d'oreficeria a smalto, del tipo cloisonné, a ulteriore conferma che il vero protagonista della cultura pittorica post-iconoclastica è la preziosità astratta delle rappresentazioni, del tutto inafferrabili alla percezione empirica. Oltre a esiti più in linea con la coeva miniatura occidentale, quali il mosaico a Osios Loukas (primo quarto dell'XI secolo), l'Anastasi nella Nea Moni a Chio (metà dell'XI secolo) ci si propone nella stessa percezione di un manufatto a oro smaltato, come ad esempio la Crocifissione su di un reliquiario della vera Croce, nel tesoro di S. Marco a Venezia (fine/inizio del X sec.). Il mosaico dell'abside dell'Assunta in S. Giusto a Trieste, con Madonna e Bambino tra angeli e teoria di Apostoli nel registro inferiore, evidenzia un'applicazione fedele della sintassi medio-bizantina in senso proprio, mantenendo un equilibrio esemplare tra espressionismo ieratico e realismo delle figure, pur trattandosi di soggetti sacri. Equilibrio che verrà sacrificato in favore di elaborazioni originali, giuocate sul virtuosismo tanto nell'aggrovigliare i panneggi, tanto nel contrarre i volti per la resa espressiva, come è dato a vedere negli affreschi di S. Panteleimon a Nerezi (1164), o di S. Giorgio a Kurbinovo (1191).

Come tra VIII e IX secolo le pitture di Cividale e di Costantinopoli parlavano la stessa lingua, in virtù della presenza in Occidente di rappresentanti la cultura orientale, alla fine del XIII secolo, con una IV Crociata di mezzo, la Deesis di S. Sofia a Costantinopoli si esprime nuovamente come i mosaici di quattro secoli prima. Anche il ciborio mosaicato dell'Eufrasiana a Parenzo si esprime in un classicismo neo-ellenistico e aulico, solo che in tal caso alle sue spalle c'è tutta la stagione della pittura romanica alto-adriatica, sicuramente maturata grazie ad artefici autoctoni. Lungi da essere quindi l'Occidente a essere catalizzato dall'Oriente, in questa situazione verrebbe da ipotizzare l'esatto fenomeno inverso.

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Cividat
Istanbul. S. Sofia. Angelo del
Istanbul. S. Sofia, abside. Madonna
Istanbul. S. Sofia. Costantino IX
Istanbul. S. Sofia. Giovanni II
Omelie di Giovanni Crisostomo (1078-1081).
Salterio di Parigi (880-886). Benvenuto
Manuele I Comneno e Maria
Osios Loukas. Katholikon. Crocifissione a
Chio. Nea Moni. Mosaico (metà
Venezia. Tesoro di S. Marco.
Trieste. S. Giusto. Mosaico dell'Assunta
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Nerez. S. Panteleimon. Compianto su
Kurbinovo. S. Giorgio. Angelo Gabriele
Parenzo. Basilica Eufrasiana. Ciborio con
Istanbul. S. Sofia, galleria meridionale.
Litorale
mosaico
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