DIPINTI NOTEVOLI A S. GIACOMO APOSTOLO

Partecipe di questa facies culturale è il pittore di adesione nazarena Johann Till, nella Visione di San Nicolò a S. Giacomo (1855). In questo dipinto s'impongono all'attenzione le componenti neo-barocche dell'Europa centro-orientale, colludenti con la persistente sedimentazione neoclassica. Il quadro diverrà cosí popolare da essere riprodotto su di un pregevole stendardo, sul cui verso è raffigurato San Giuliano.

Al movimento neoclassico aveva aderito Felice Schiavoni nella Presentazione al tempio a S. Antonio Taumaturgo. Nel 1859 è uno dei tanti che a S. Giacomo Apostolo porta a maturazione la sua poetica seguendo la nuova corrente. Nell'Orazione di Gesù nell'orto (1859) viene conquistata un'ambientazione carica di pathos religioso, pur senza la rinunzia della tassonomia compositiva. 

Un'intensa carica drammatica in forme classiche è presente anche nella Preghiera di San Rocco per gli appestati di Giovanni Polli (1856).

Pure Eduard Heinrich nello stesso periodo comincia a concedersi qualche deroga alla solennità dei tratti nella pala con la Vergine tra i santi Antonio da Padova e Vincenzo Ferrer, prima di fondere l'impostazione olimpica neoclassica assieme allo spiritualismo estatico nella pala dell'altare maggiore di S. Giovanni Decollato (1858), con San Giovanni condotto al martirio.