EDIFICI NOTEVOLI

La selezione effettuata in questa pagina risponde a criteri di storicità delle architetture. Ognuna infatti delle cinque esposte è rappresentativa per il litorale triestino di una cultura edilizia storica di grande fortuna.

La facciata del Duomo di Muggia (ultima fase nel 1467) è applicazione del Gotico internazionale maturato in seno all'Umanesimo. Le componenti filologicamente gotiche, quali le bifore delle aperture, si coniugano con le sculture - figurative e architettoniche - culminanti nel naturalismo del gruppo con Madonna e Bambino del rosone, passando attraverso al rilievo con la Trinità, questo ancora volto caratterialmente al vicino passato.

La fronte di S. Maria Maggiore fu completata nel 1772, su progetto di Giuseppe Pozzo, fratello del più noto Andrea, architetto e insigne pittore. Emergono nella visione a lato tutti gli elementi del Barocco maturato nella severità delle ponderose direttrici portanti, vieppiù ancora indulgente all'espansione plastica dei volumi.

     Un tema affrontato anche nella sezione della pittura è l'interpretazione degli stili storici a Trieste nella seconda metà dell'Ottocento.

     Grazie anche alla sua posizione geografica recettiva delle ispirazioni centro-europee, la città giuliana ebbe al pari dell'arte figurativa la rara fortuna di annoverare lodevoli architetti dai validi curricula, come gli studi al Politecnico e all'Accademia viennesi; deve essere appunto lodata la loro professionalità nel commisurare la moda imperante del recupero del passato con la sobrietà composta dovuta per l'architettura sacra.

    Tra questi vanno ricordati Giuseppe Sforzi, progettista della chiesa S. Giacomo Apostolo (1855) e di S. Giovanni Decollato (1858), e Giuseppe Bernardi, che firmò i progetti della Beata Vergine delle Grazie e dei Ss. Ermacora e Fortunato a Roiano (1862).

    La politica edilizia nelle località allora periferiche di Trieste - S. Giacomo, S. Giovanni e Roiano - corrisponde a un momento storico decisivo per l'evoluzione della società cittadina, in quanto il Comune di Trieste accolse e soddisfece le esigenze della comunità cattolica praticante limitrofa, in gran parte di etnia slovena, di ricevere luoghi di culto decorosi e idonei quanto a capienza.