VASI SACRI DI PRODUZIONE VENETA NELL'UMANESIMO
In età rinascimentale la produzione dell'ambito veneto si caratterizza spesso per la presenza di contorni polilobati sui piedi dei vasi sacri; le superfici sono inoltre sovente articolate da rilievi vegetali o simboliche dall'apparenza discreta. Costante è la linearità formale, che converte le asprezze gotiche in volumi perspiqui di dimensione umana.
Colpisce lo sguardo la straordinaria raffinatezza di un ostensorio a castelletto, con le statuine dei Santi Giovanni e Paolo, prodotto da una bottega veneziana probabilmente entro l'ultimo quarto del XV secolo. È realizzato in argento e successivamente dorato.
Risale allo stesso periodo un crocifisso da tavolo o più probabilmente da mensa d'altare, che vede Gesù Cristo morente in croce tra i simboli degli Evangelisti. Assai godibile la lavorazione regolare euritmica, ancor più apprezzabile tra gli altri esemplari di questo periodo nell'argento originario senza doratura.
Della fine del XV o degli inizi del XVI secolo è un calice in metallo dorato con Cristo passo cesellato per tre volte in altrettante formelle del piede. La coppa fu sostituita nel XIX secolo.
Stesso periodo per una pisside in rame dorato, interessante per la coppa con coperchio fisso a cerniera, formanti una sfera percorsa in verticale da lobature simmetriche rispetto alla congiunzione.
La sfumatura dei volumi all'indirizzo del fluido e incorporeo plasticismo è il tema dominante in un esemplare del XVII secolo di scuola veneziana, animato da motivi pseudovegetali stilizzati, apprezzabile per l'eleganza complessiva.
Forse del primo quarto del XVI secolo è un calice in argento dorato di bottega veneziana, che si distingue dai primi due pezzi per la decorazione elaborata, pur mantenendo il tema della poligonalità a lobi con soggetti stilizzati. Anche per questo calice la coppa conica appare evidentemente seriore.