IL «FAMOSO» ORGANO RIEGER DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE E UN ALTRO RIEGER, MENO FAMOSO

Kugy
FINE DELLA SEZIONE
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Dell'altro organo Rieger, del 1914, si conserva integra la cassa nella cantoria della chiesa S. Vincenzo de' Paoli (qui accanto); lo strumento vero e proprio fu donato nel 1972 alla chiesa Ss. Pietro e Paolo, ove però offre tutto un altro prospetto. La genuinità fonica è garantita invece dalle limitate aggiunte allo strumento, necessarie al ripristino dell'efficienza. In questo caso la distribuzione dei registri permette misture assortite tra i principali, i fiati e le ance, tali da poter eseguire con efficacia la letteratura tedesca barocca e quella romantica.

Nel 1845 Franz Rieger costruì il suo primo organo di 20 registri, due manuali e pedaliera, per la chiesa cittadina di Jägerndorf. I suoi due figli Otto e Gustav fondarono nel 1873 la Ditta Franz Rieger & Söhne e diedero inizio a una nuova numerazione delle opere. Dopo significative commissioni in Austria e in Europa, nel 1896 l'Imperial Regia Monarchia nominò Otto e Gustav quali referenti di corte, elevandoli nel 1899 al cavalierato dell'Ordine di Francesco Giuseppe. Gli anni che seguirono furono proficui per la Ditta quanto a strumenti commissionati e portati a compimento.

A Trieste sono due gli organi dei Gebrüder Rieger. Il primo, op. 441, fu posto in opera nel 1894 nella rettoria di lingua tedesca dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, allora sede dei Padri Mechitaristi Armeni, e fu commissionato da un personaggio abbastanza conosciuto al pubblico triestino, Julius Kugy. Questi proveniva da famiglia agiata e poteva quindi concedere molto tempo ai passatempi. Più famoso per l'escursionismo, egli si dilettava anche della direzione di polifonia e soprattutto di musica organistica, appassionato a tal punto da ordinare coll'appoggio dei Mechitaristi un organo timbricamente strutturato secondo i suoi gusti, in parte assai personali.

Ne consegue uno strumento unico per la rilevanza storica, ma al contempo avulso da ogni tradizione organistica e organaria. Sono infatti del tutto assenti le ance; inoltre lo spazio e i fondi limitati costrinsero a rinunciare al Principale di 16 piedi e ai registri da 2. Nelle intenzioni di Kugy l'impasto sonoro sarebbe voluto essere dolce e argentino, inseguendo una personalissima quanto infondata idea di tradizione italiana, esssendo state escluse le ance e le timbriche sottili. Come risultato si avverte uno squilibrio a vantaggio di una sonorità rotonda, come mascherata, senza varietà o asprezze timbriche che sarebbero state procurate proprio da quei registri che Kugy escluse o non poté disporre.

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